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vortici misti di denso fumo. Il cielo era di fuoco.

I soccorsi arrivavano lentamente: gli spagnuoli sono di loro natura indolenti; le pompe non agivano con la necessaria prontezza; il pericolo andava crescendo, e le fiamme prendevano sempre più vigore. I pompieri paralizzati dal terrore si misero in ginocchio ed implorarono l’assistenza dell’alto. Tutte le campane di Madrid suonavano; tutti gli alcaldi erano accorsi, il re stesso si era recato al luogo dell’incendio. Io sono persuaso che venti abili pompieri sarebbero riusciti a spegnere il fuoco, ma i nostri erano in ginocchioni quando sarebbe stato tempo di agire.

In questo frattempo io, che mi trovava in piedi in mezzo agli altri prigionieri, fui colpito da uno spettacolo straordinario. Vicino all’edifizio della inquisizione scorgevasi una chiesa con un alto campanile. La notte era estremamente oscura, e questo campanile brillava come una meteora nel firmamento; io ci distingueva perfino le ore che segna-