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Io non potei a meno di esclamare: Ah! e si dovrà parlare di speranza in questo luogo? Egli mi indirizzò alcune altre parole di consolazione con la medesima dolcezza, e senza favellare di ciò, che poteva riguardare personalmente l’uno e l’altro; e mi dipinse la soddisfazione che proveremmo nel vederci e nel discorrere sovente insieme.

L’incognito mi visitò per più notti consecutive, ed io fui necessitato a rimarcare tre circostanze straordinarie nelle sue visite e nella sua apparenza. La prima, che egli si sforzava, per quanto egli era possibile, di nascondermi i suoi occhi: mi volgeva le spalle o assidevasi al mio fianco, mutando sovente posizione e cuoprendosi il volto con la mano. Quando qualche volta per distrazione mi guardava, io restava maravigliato dello splendore straordinario di cui brillavano i suoi sguardi. Cotesto splendore non aveva nulla di umano, e nella oscurità della mia prigione, io era obbligato a rivolgermi altrove non potendolo sopportare. La seconda cir-