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l’hanno inghiottita e non la restituiranno più.
Isidora proseguiva il suo cammino in silenzio ed in preda dell’orrore, fino a tanto che Melmoth accennandole con la mano un ammasso nero ed informe, che potevasi seguendo l’impulso della immaginazione, prendere o per rupe o per un ammasso di alberi e di piante, ovvero per un qualche grande edifizio, le disse all’orecchio: Ecco il luogo rovinato, e presso quello l’eremitaggio. Fatevi forza e coraggio per un altro poco, ed incontanente vi arriveremo. Eccitata da queste parole, e più ancora da un desiderio indefinibile di porre un termine al tenebroso viaggio ed a tanti misteriosi timori, anco a rischio di vederli più che verificati, Isidora radunò tutte le sue forze, e sostenuta da Melmoth incominciò a salire la collina sulla quale era collocato il luogo rovinato. Anticamente vi era un largo sentiero, ma al presente era imgombrato da pietre, e dalle radici degli alberi che prima ne formavano l’ornamento. A misu-