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da un sermone manoscritto, che un povero prete, che non voglio nominare, le aveva imprestato, onde lo leggesse.

Isidora arrossì a questo piccolo tratto di vanità intanto che l’animo gretto di don Fernando, e la fredda austerità della genitrice la facevano alternativamente sorridere e piangere.

Sì, continuava il padre Giuseppe, io sentii tutto questo, siccome vi ho detto, all’entrare nella capanna, e vi assicuro, che mi fermai con delizia e compiacenza sulla soglia. Le sue prime parole furono... Scacco matto! Nel suo trionfo il buon padre aveva obbliato l’argomento del discorso, che stava facendo, accennando col dito lo stato disperato del giuoco del suo avversario. Scacco matto! ripetè donna Chiara, senza alzar gli occhi dal suo lavoro.

Prima che il padre Giuseppe avesse potuto spiegare a donna Chiara, che cotesta esclamazione non aveva alcun rapporto con l’azione caritatevole della sua figlia, questa gettò un