Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/236


227

di donna Chiara, esclamò: O madre mia, vi confesserò tutto, — No, le rispose donna Chiara respingendola con tutta la freddezza del orgoglio offeso, no; questo non è necessario. Io non mi curo di una confidenza, che prima mi è stata negata: a me non pacciono neppure coteste emozioni violente; esse sono indegne di una signorina; nulla è più semplice de’ doveri, che riguardano la vostra giovine età: questi consistono in una perfetta obbedienza, in una sommissione profonda ed in un silenzio non interrotto, a meno che non vi sia indirizzata la parola o da me, o dal vostro fratello don Fernando, o dal mio e vostro direttore spirituale, il padre Giuseppe. Certo che non ci sono doveri più agevoli ad eseguire. Alzatevi dunque e cessate di piangere; se la vostra coscienza è turbata confidatevi col padre Giuseppe che egli potrà tranquillizzarla.

Dopo questo discorso donna Chiara che non aveva mai dette tante parole tutte in un fiato, si accomodò meglio sul suo cuscino per riposare più co-