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ruote del carro, che li schiacciavano passando. Altri che non riputavano sè medesimi tanto degni d’incontrare una morte cotanto illustre, si facevano delle larghe ferite, e si contentavano di lasciar arrivare il sangue sulle ruote del nume. Tale è la mescolanza del culto, che dappertutto caratterizza il paganesimo: parte orribile, parte brillante e maestoso, invocando la natura nel momento stesso, che l’oltraggia; mescolando i fiori col sangue, e gettando avanti il carro dell’idolo ora un bambino piangente ora una fresca ghirlanda.
Il tempio di Mahadeva non le offrì uno spettacolo meno orribile; noi risparmieremo ai lettori la descrizione delle madri, che sagrificano i loro figli, e de’ figli che i loro decrepiti e renduti inutili genitori, espongono alle tigri ed ai coccodrilli. Basterà il dire, che Immalia dopo averlo per qualche tempo guardato coprendosi gli occhi con ambedue le mani restò muta di dolore e di terrore.
Volgetevi verso quest’altra parte, le disse lo straniero; le cerimonie di