Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
141 |
quello in cui abitate voi, e nel quale non vedete che fiori inanimati ed augelli privi di ragione. Vengo da un mondo, in cui tutti gli abitanti pensano e parlano al pari di me.
Immalia guardò per alcuni istanti un silenzio misto di stupore e di gioia; alla fine esclamò: Oh! come deggiono essi amarsi, perchè io amo eccessivamente i miei augelli, i miei fiori ed i miei alberi che mi accolgono sotto la loro ombra, ed i miei ruscelli, che cantano in vece mia. Lo straniero sorrise ed aggiunse: in tutto il mondo, donde io sono venuto, non vi ha forse un’altra creatura che vi possa stare a confronto per la innocenza e la bellezza. Desso è un mondo di sofferenze, di delitti e di angustie. A tali parole Immalia guardò fissamente lo straniero. Ella non comprendeva nulla di quanto le diceva e non fu che a grande stento, che egli pervenne a darle una molto debole idea di ciò che intendesse con queste spaventevoli parole.
Oh! esclamò ella alla fine; se io vivessi in cotesto mondo vorrei ren-