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stanza, che ne alterò per sempre il colore.
La dimane del giorno in cui era stata visitata da’ due amanti Indiani, Immalia, era questo il nome con cui aveanla chiamata i suoi adoratori, Immalia, dico, se ne stava sulla riva all’approssimar della sera, quando vide avvicinarsele un ente differente affatto da tutti quelli, che erano stati da lei veduti finora. Il colore del volto e delle mani di lui rassembrava al suo, ma il vestimento, che era all’Europea, e fatto secondo la foggia che usava nel 1680, le parve sì poco dicevole, sì poco grazioso che provò una sensazione mista di ripugnanza e di sorpresa, la quale i suoi bei lineamenti non poterono in altra guisa esprimere, che con un sorriso.
Lo straniero se le avvicinò ed ella si avanzò verso di lui non già come farebbe una femmina Europea con delle riverenze piene di grazia; meno ancora come una giovane Indiana con riverenze indicanti umiltà e sommissione, ma simile ad un giovane pavone: le maniere di lei espri-