tuono spaventevole, dessa se ne rimaneva imperturbata sotto le larghe foglie di un banano, ignorando il suo pericolo ed esaminando con una inesplicabile curiosità gli angelli piegare il capo e le ali, e le scimmie saltellare da uno in un altro ramo. Se il fulmine percuotendo un albero lo ardeva, dessa le rimirava come un bambino guarda per divertimento un fuoco artificiale. Ciò non pertanto l’indomani piangeva al vedere che le foglie appassite non si rianimavano più. Quando la pioggia cadeva a dirotto le rovine della pagode le servivano di ricovero, ed ascoltava con indicibile diletto il fragore delle acque che intorno a lei precipitavano al basso. Ella viveva come un fiore fra il sole e la tempesta, più brillante alla luce del giorno, ma che china il capo al soffiar de’ venti, e traendo dall’uno e dall’altra la sua dolce e selvaggia esistenza. Cotesta esistenza in parte fisica, in parte immaginaria, ma scevra di passioni e d’intelligenza durò fino al suo diciassettesimo anno. Fu allora che sopraggiunse una circo-