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a tutta la forza prepotente delle proprie passioni, non avrebbe senza fremere potuto considerare l’agitazione terribile, che Stanton dimostrava, veggendo con una istantanea ed irresistibil prontezza avvicinarsi la crisi del suo destino.
Terminato che fu lo spettacolo Stanton rimase per alcuni istanti passeggiando per le vie divenute deserte. Chiari e limpidi tramandava i suoi raggi la luna, e per mezzo di questi egli vide distintamente innanzi a sè una persona, la cui ombra si sprolungava a traverso della strada, e che sembrogli avere una gigantesca statura. Era egli da tanto tempo accostumato a combattere i fantasmi della propria immaginazione, che aveva presa la consuetudine di provare una specie di pertinace piacere a vincerli. Si approssimò all’oggetto che gli si parava d’innanzi, e non tardò molto a distinguere, che la sola ombra erasi prolungata; il personaggio era un uomo d’una statura ordinaria ed in cui Stanton riconobbe l’ente misterioso del quale