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tatori che erano in platea, e non molto lontano da sè, l’oggetto delle sue ricerche, l’inglese cioè che aveva veduto nelle pianure di Valenza, e che egli teneva per certo, essere il medesimo, del quale parlava la straordinaria narrazione, che ivi era gli stata fatta.
Desso era in piedi; nulla di rimarchevole avea nel suo esteriore, ma tale era l’espressione degli occhi suoi, che a nessuno era dato d’ingannarsi od obliarlo. A Stanton palpitò il cuore con violenza; una spessa nube offuscogli la vista; sentì opprimersi da un mal’essere universale ed inesplicabile, accompagnato da un sudore freddo, che gli trapelava per tutti i pori; tutto infine annunziava, che................................. Prima che Stanton si fosse interamente rimesso, una melodia grata, solenne, deliziosa si fece sentire intorno a lui, e questa andò gradatamente a rinforzare per modo, che sembrava riempiere tutto il teatro. Sorpreso, incantato dimanda ai circostanti d’onde potesse procedere un