si perduta la rimembranza. Nulla d’altronde obbliga i suoi congiunti a far ricerca di lui. I racconti più straordinari correvano sul conto del viaggiatore. Egli aveva, come diceva taluno, appresi i più terribili segreti. Convien riflettere, che a quell’epoca era molto invalsa la credenza nell’astrologia e nella magia, e questa credulità andò estendendosi fino sotto il regno di Carlo II. Checchè ne sia, assicurano, che verso il fine della vita del primo Melmoth stabilitosi in Irlanda, il viaggiatore andò a fargli una visita, e che tutta la famiglia rimase assai stupefatta nel vedere lui non esser punto invecchiato dalla ultima volta, che veduto lo avevano. Cortissima fu quella visita, desso non parlò nè del passato tempo nè dell’avvenire, ed i suoi congiunti non gli fecero alcuna interrogazione, perchè, a quanto si dice, la di lui presenza cagionava loro un certo terrore di cui non si sapevan rendere ragione. Nel partire esso lasciò loro il suo ritratto, quel medesimo che Giovanni aveva veduto nel gabinetto con