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Io proferii queste parole con tale un coraggio, che fece rimanere stupefatto il mio compagno, e posando a terra la lampada unì i miei sforzi a’ suoi, onde far girare la chiave. La serratura resisteva sempre, e noi ci provammo di nuovo serrando strettamente i denti e ritenendo il respiro. Le nostre mani erano sanguinolenti. Invano noi.... anco un’altra volta tentammo....sempre indarno. Sia che la natural ferocia del mio compagno facesse a lui meno di me sopportare la contrarietà, sia che il suo coraggio, siccome non di rado occorre, fosse più sensibile ad un piccolo dolore fisico, che ai pericoli che minacciavano la sua vita, o per qualsivoglia altro motivo che io non so esprimere, egli si assise sugli scalini che conducevano alla porta, e si asciugò con le maniche della veste le grosse gocciole di sudore che gli irrigavano la fronte, e mi lanciò uno sguardo, che al tempo stesso esprimeva la rabbia e la disperazione. L’orologio battè tre ore; questo suono fece nelle mie orecchie l’effetto