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la vostra evazione; desso è orribile, ma necessario. Ho letto, che dai rettili e dalle piante le più venefiche si estraggono i più potenti rimedii; io farò lo stesso, ne estrarrò il succo e quindi infrangerò la pianta sotto i miei piedi. Alonzo, non vogliate paventare a queste mie, quantunque terribili parole: Non vogliate che le vostre abitudini vincano la mano al vostro carattere. Confidate la vostra liberazione a me e agl’istrumenti dei quali mi veggo costretto a far uso; non dubitate, che la mano, la quale verga queste linee, non istringa quanto prima quella di un fratello libero e arrivato al colmo delle contentezze.
Lessi e rilessi più volte nella mia cella questo biglietto, e quanto più lo rileggeva, più sentiva suscitarsi dei dubbii e delle inquietudini nella mia mente. La mia confidenza diminuiva a misura, e nella medesima proporzione che quella di mio fratello sembrava aumentare. Eravi però un contrasto spaventoso tra la sua posizione indipendente e libera da ogni