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gio mi consegnò un plico, che conteneva, per quel che conobbi di poi, il resultato della mia reclamazione. Secondo le regole di quella casa io era obbligato di consegnarlo prima nelle mani del superiore, il quale doveva esaminarlo avanti che mi fosse permesso di leggerlo. Presi il plico e me ne ritornai a passo lento alla mia stanza: tenendolo in mano io lo esaminava, lo contrappesava, lo rivolgeva da tutti i lati per vedere, se fosse stato possibile d’indovinare dalla forma il contenuto. Un pensiero desolante mi si affacciò alla mente; dissi fra me medesimo, che se la nuova che conteneva fosse stata a me favorevole, il messaggio avrebbemela presentata con un’aria di trionfo, e forse avrebbemi detto qualche cosa a voce. Accorre sovente che i nostri presagii ci sono dal proprio cuore ispirati; il mio era tanto oppresso, onde non dee far maraviglia, se quelli furono funesti e si verificarono. Mi recai quindi alla camera del superiore col mio plico. Picchiai e mi fu detto d’entrare; io teneva gli