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va sempre fra me medesimo, e non prendeva parte in alcuna delle abituali occupazioni della casa.

Una notte i discorsi della incognita voce furono tanto orribili, tanto piene di abbominazione le proposizioni che mi fece, che non mi fu possibile poterle sopportare; sbalzai con uno slancio dal letto, ed incominciai a correre come un vero energumeno su e giù pe’ corridorii, picchiando alla porta di tutte le celle ed esclamando con un molto patetico tuono: fratello pregate per me, pregate per me, ve ne supplico. In tal guisa risvegliai tutti gl’individui della comunità; volai quindi alla chiesa e trovatala aperta vi entrai. Dopo averla percorsa correndo, mi precipitai avanti all’altare, cui abbracciai con preghiere reiterate e pronunziate ad alta voce. I religiosi desti alla mia voce scesero essi ancora alla chiesa, e veggendo, che vi era io, non osarono entrare e restarono alla porta con delle fiaccole in mano per contemplarmi da lungi. Il quadro era veramente rimarchevole: