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viva a Melmoth, che lo supplicò a porfine alla descrizione delle sue sensazioni, ed a proseguire invece il racconto della sua istoria.
Avete ragione, disse lo Spagnuolo tergendosi le lagrime, che copiose gli sgorgavano dagli occhi; la gioia una convulsione, ma il dolore è un’abitudine; ed il voler descrivere ciò che noi non possiamo comunicare è tanto assurda cosa, quinto sarebbe il voler parlare di colori ad uno che sia cieco dalla natività; affretterommi dunque a farvi una debole descrizione, non già de’ miei sentimenti; ma del risultato, che questi produssero. Un nuovo mondo si era per me aperto in isperanza; io credeva vedere la parola libertà scritta su tutti i lati del firmamento ogni volta che me ne andava soletto passeggiando in giardino. Io rideva, e mi sentiva un’interna consolazione quando sentiva il rumore che le porte facevano nell’aprirsi, e diceva meco stesso: fra non molto vi aprirete per me, e per sempre! Intanto però mi conduceva con una compiacenza