po. Egli mi precedette tremando all’appartamento in cui il mio genitore era insieme con mia madre ad un balcone che guardava sul giardino. Essi immaginavano che tutto già fosse stato combinato; perciò la loro sorpresa fu estrema quando mi videro slanciarmi dentro quella sala, seguito dallo zio, e con una espressione di volto, la quale dava chiaramente a conoscere quale fosse stato il risultato della nostra conferenza. Esso fece loro un segnale, che non fu da me osservato, e del quale eglino ebbero tempo di profittare; raccapricciarono però nel vedermi pallido ancora pella sofferta febbre, ma acceso di sdegno, e che non poteva proferire che degli accenti interrotti. Lanciarono qualche occhiata di rimprovero allo zio, ed egli rispose con de’ gesti, che io non potei comprendere. Mi feci bensi intendere io dicendo al mio genitore: signore, è egli vero che voi avete fatto un religioso di mio fratello? Mio padre esitò un poco, ed alla fine rispose: credeva che il nostro amico si fosse