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bisogno di un fratello. La mia condotta era bizzarra e violenta, nè deve far maraviglia, poichè la mia coscienza incominciava a combattere co’ miei pregiudizii. Ora io mi applicava allo studio con un ardore che faceva temere per la mia salute; ora le più severe punizioni non potevano costringermi ad osservare la disciplina ordinaria della casa. A tutta la comunità dispiaceva la mia ostinazione, la mia violenza, le mie bizzarrie. Scrissero perfino alla mia casa paterna, onde mi richiamassero; ma prima che eglino potessero occuparsene, fui assalito da una febbre. Mi furono prodigate le più grandi attenzioni, ma queste non potevano alleviarmi il peso, che opprimevami il cuore. Quando mi veniva offerta con la più scrupolosa esattezza la porzione, che io doveva prendere, diceva; me la dia mio fratello, e quand’anche fosse veleno, la prenderò; io ho fatti a lui molti torti! Quando la campana dava il cenno del mattutino o del vespro, io dimandava se era il segnale per la vostra vestizione. Mi