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un sacrilegio. — Un sacrilegio! — Sì; ogni istante, che voi tardate a prender l’abito religioso, è un furto che voi fate a Dio. Prima che voi vedeste la luce del giorno vi consacrai in voto a lui, siccome la sola espiazione del mio delitto. Intanto che io vi portava ancora nel mio seno, osai implorare da lui il perdono, sotto la condizione che voi intercedereste per me in qualità di ministro della religione. Avanti che voi foste in istato di parlare, io confidava nelle vostre preghiere: mi proponeva di confidare la cura della mia penitenza ad un ente, il quale divenendo figlio di Dio, espierebbe la colpa che io aveva commessa, generandolo figlio del peccato. Nella mia immaginazione io mi prostrava già davanti al vostro tribunale di penitenza; vi vedeva al mio capezzale del letto di morte, avvicinare la croce alle mie labbra gelate, mostrandomi col dito il cielo, ove per mezzo del mio voto io vi aveva assicurato un posto. Vedete bene, che anco prima del vostro nascimento io mi sforzava di elevar-