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genitori, donde con la sua influenza istigarli alle più rigorose misure contro di me. I suoi motivi per agire in tal modo erano già, secondo lui, sufficientemente gravi prima che meco si fosse abboccato, dopo di che la loro forza crebbe in ragione decupla. Prima egli era incitato contro di me da non so qual ragione sua particolare, e dalla sola convinzione della sua coscienza; ora poi ci si trovava impegnato anco il suo amor proprio, ed io in seguito pur troppo ebbi luogo di vedere quale importanza egli annettesse al suo scaltro e moltiplice operare.

Checchè ne sia, io passai i giorni che seguirono alla sua visita in uno stato d’irritazione impossibile a descrivere. Io avea qualche cosa da sperare, lo che sovente val più che il fruire di una contentezza attuale. La tazza della speranza ne invita a bere, mentre quella de’ godimenti inganna o fa cessare la sete. Io passava il tempo col fare delle lunghe passeggiate pel giardino del convento, discorrendo meco stesso e facendo del