avo, che aveva vissuto una vita celibe e ritirata, e benchè stesse sempre ritirato nel suo appartamento, egli era il despota della nostra famiglia e nulla si faceva senza il suo consiglio.) Immaginai, che l’intervallo ch’era trascorso dopo il mio colloquio col mio genitore, era forse stato impiegato in una discussione di famiglia o, per meglio dire, in una cospirazione contro di me, e procurai di prepararmi ai diversi combattimenti che avrei dovuto sostenere contro tutti quelli, che mi volevano sagrificare. Cominciai dal misurare il potere degli assalitori onde munirmi delle armi necessarie ed atte a respingere gli attacchi. Mio padre era dolce, flessibile e senza fermezza; io l’aveva già addolcito e predisposto in mio favore, e sperava che tutto avrei potuto attendere da lui. In quanto al vecchio celibatario mi abbisognavano altre armi. Nello scender la scala per andare al parlatorio composi i miei sguardi ed il mio contegno; modulai la mia voce. Lo trovai che aveva un aspetto grave, ma sereno; lo che mi