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paragonai allo sfortunato Esau rinasto privo del suo diritto di primogenitura, usurpatogli da suo fratello minore, e ripetei le medesime parole di quello: Non avete alcuna benedizione per me? padre mio! benedite me ancora!

Mio padre rimase commosso, mi promise di riflettere a quanto io gli dimandava; ma mi fece intendere, che troverebbe della difficoltà dalla parte della mia genitrice, e molto più dalla parte di uno zio di lui, vecchio celibatorio, il quale, da quanto scoprii più tardi, era quello che regolava tutta la famiglia; ed in fine mi disse vagamente che al compimento de’ miei desiderii potrebbe attraversarsi anco un altro ostacolo insormontabile, inesplicabile. Mio padre mi permise frattanto di baciargli la mano, e mi accorsi ch’egli combatteva contro la sua emozione, sentendo ch’egli era molle di lagrime.

Due giorni dopo fui avvertito, che un vecchio di venerevole aspetto mi attendeva al parlatorio. (Era questi il fratello maggiore del defunto mio