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rimaneva ancora a fior d’acqua, ed un grido di orrore uscì dalla bocca di tutti gli spettatori.

Subito che questo grido ebbe cessato di risuonare, Melmoth sentì uno scroscio di risa per cui il sangue gli si gelò nelle vene. Il medesimo proveniva dal personaggio situato al di sopra di lui. Ad un tratto una rimembranza venne a rischiarargli l’intelletto con la rapidità del baleno. Si rammento di ciò che il manoscritto diceva della notte in cui Stanton incontrossi per la prima volta in Ispagna con cotesto ente straordinario, la cui esistenza cotanto maravigliosa, e che si burlava del tempo e dello spazio, ebbe in seguito una sì fatale influenza sul destino di lui. Si risovvenne del riso infernale, col quale esso aveva contemplato i cadaveri de’ due amanti colpiti ed annientati dal fulmine. Melmoth credette di aver udito quel medesimo riso, e non dubitò che il medesimo straordinario ed indefinibile personaggio si trovasse a sè vicino. Senza entrare in alcuna considerazione si