brano apportarvi i profumi dei fiori, che non dovrete più vedere. E voi, che vi gloriate delle vostre cognizioni, dei vostri viaggi, ditemi a che vi servono essi? che cosa son divenuti i vostri libri? E de’ vostri amici cosa fu? Qui non avete per compagni, che dei sorci e de’ ragni, ed altri schifosi in setti. Io ho conosciuti dei prigionieri, che erano arrivati a provvederli di cibo: perchè non incominciate anco voi la vostra opera? Dessi divideranno con voi il vostro pasto. Che bel piacere l’aver degl’insetti per compagni della mensa! Se avvenisse, che voi aveste penuria di cibi da somministrar loro, essi divorerebbero il loro Amfitrione.... E che? voi fremete? Credereste essere il primo che abbia servito di pasto vivente ai vermi, che infestavano la loro cella? Ma voglio allontanare da voi queste tristi immagini, non farò più parola nè del vostro pasto nè di quello di loro. Quali sono i vostri sollazzi nelle ore della vostra solitudine? Da una parta le grida della fame; dalla altra gli urli della demenza, ai quali