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rato, indolente, ributtante.....................................
Una notte ch’egli andavasi mestamente rivolgendo nel suo letto senza poter prendere ombra di riposo e senza sentirsi il coraggio di abbandonarlo, per timore che non aumentassesi la smania da cui era divorato, credette di vedere che la debol luce, che tramandavano i pochi tizzi rimasti mezzo accessi nel camminetto, gli fosse parata da un qualche oggetto, onde egli rivolse a quella parte lo sguardo, senza curiosità e senza interesse, ma pel solo desiderio di cambiare la monotonia della posizione, osservando i piccoli cangiamenti, che il caso poteva produrre nell’oscura atmosfera della sua celletta, e vide l’immagine di Melmoth tale e quale l’aveva sempre veduta. L’espressione della fisonomia non aveva nulla in lui cambiato, e si manteneva dura, fredda e severa; gli occhi di lui avevano tuttora quel lustro infernale ed abbagliante, che Stanton aveva in essi sempre riscontrato.