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i due pazzi insorse una disputa, di cui risparmieremo le minute particolarità ai nostri lettori, le quali fecero di tempo in tempo sorridere Stanton, malgrado la tristezza dalla quale sentivasi appressa la mente ed il cuore. Intanto la voce del fabbricante di panno non tardò a soffocare, e a non far più distinguere quella del suo antagonista. Nel suo delirio ripeteva le frasi le più incoerenti, ma quelle che comparivano più frequentemente erano: Londra brucia, Londra è in fiamme; dessa brucia, e coteste fiamme sono state attirate da’ suoi medesimi abitanti; dessi sono quasi tutti seguaci di Arminio; saranno tutti dannati: Londra è in fiamme; al fuoco al fuoco!
Quantunque sonora e rimbombante fosse la voce di codesto pazzo non era però in nessun modo paragonabile a quella, che uscendo da un’altra stanza ripetè queste ultime voci con una tanto energica espressione, che fece rimbombare tutto l’edifizio. Cotesta voce era quella d’una disgraziata femmina, che nel grande incen-