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ma suo zio era vecchio, celibe e ricco. Dalla sua più tenera infanzia Giovanni erasi assuefatto a riguardare cotesto zio con quel sentimento che ad un tempo attrae e respinge, con quel rispetto misto al desiderio di piacere, che si prova per quell’ente, che tiene in mano in certo modo il filo della nostra esistenza.

Appena Giovanni fu informato della malattia del suo congiunto non tardò un momento a porsi in viaggio. La strada, che doveva fare, passava per la contea di Wicklou, e la bellezza del paese non gli impedì di abbandonarsi a delle triste riflessioni, alcune delle quali avevano relazione col passato; ma alcune, e queste in maggior numero, riguardavano l’avvenire. I capricci ed il carattere burbero e sofistico del suo zio; le strane voci, alle quali aveva dato luogo la vita ritirata, ch’egli menava da più anni; la dipendenza da cotesto uomo singolare, nella quale lo poneva la fortuna; tutti quanti questi pensieri tenzonavano nella fantasia di Giovanni. Egli faceva di tutto per