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idee e di stile, di che le sue poche Opere che ci restano fanno amplissima fede. Così fosse a noi dato possedere quanto dettò, e che nella sua modestia non volle mai publicare! Una felice combinazione valse a far pensare di lui che un giorno verrebbe salutato come poeta. Argomento di ciò furono pochi versi del Metastasio accidentalmente caduti in sue mani, che letti da lui avidamente, gli s’impressero nella mente e nel cuore. Narrasi che rapito da quelle soavi armonie volasse dinanzi a’ suoi genitori, e come concitato da sacra fiamma li recitasse, pregando que’ suoi cari che volessero fornirgli il volume che comprendeva il sèguito di quella poesia: di che sbigottiti e dolenti rimasero i genitori, perchè, considerato lo squisito sentire e l’età del loro figlio, vedeansi costretti con affettuose e lusinghiere parole di procrastinare, e non far contenta quell’ardente preghiera. Se rimanesse mortificato il buon Giacomo per le fallite speranze non è ch’io lo dica.... passò taciturno e irrequieto tristissimi giorni. come usignuolo che su l’aprire di primavera vedasi d’improviso imprigionato, e rotte le sue carissime melodie. Cresciuto negli anni, volgendo frequentemente nell’animo l’acerbo dolore per lui sostenuto in quella circostanza, allora, egli diceva, io non sapeva acquetarmi alle lentezze da prima, e quindi al rifiuto; nè potevano i dolci e forti argomenti de’ miei genitori disuadermi dalla lettura dei drami immortali: ora veggo che aveano ragione, e che ai cuori inesperti può valere quella lettura ben altro