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oggi dai microgrofi, un liquido composto in gran parte di acqua in cui sono disciolti vari sali, albumina, corpi grassi, fibrina, e nel quale nuotano in sospensione un gran numero di globetti di color rosso, d’una forma determinata, d’un diametro più o meno grande nei diversi animali e analoghi ad una specie di vescichetta, il di cui involucro colorato è solubile nell’acido acetico. Voglio mostrarvi una bella sperienza di Müller che vi darà una giusta idea di questa composizione del sangue.

Ferisco il cuore a varie rane vive e raccolgo il sangue che ne esce sopra un feltro di carta; passa attraverso al feltro un liquido giallastro, e la materia rossa globulare rimane sul feltro. Vedrete fra pochi instanti rappigliarsi il liquido filtrato, ed il coagulo sarà fibrina. Ecco così da mia parte la sostanza colorante, dall’altra il siero in cui la fibrina era disciolta. Se non si fosse raccolto il sangue sul feltro, la fibrina si sarebbe egualmente coagulata, inviluppando però tra le sue parti la materia globulare sospesa; è così che avviene del sangue fuori del corpo vivente. Secondo circostanze intieramente fisiche, quali sono la temperatura conservata nel sangue estratto, la densità del siero, le proporzioni diverse di globuli e di fibrina, la coagulazione del sangue è più o meno pronta, più o meno abbondante, il coagulo si forma più o meno resistente.

Prendendo il solo coagulo, quale si forma in una massa di sangue abbandonata a sè stessa, ed agendovi sopra col gas ossigene, vedesi prendere il colore vermiglio. Lasciato questo coagulo all’aria e poscia tagliato, si trova d’un colore fosco all’interno, mentre è rosso alla superficie; le nuove superfici formate col taglio lasciale all’aria divengono poco dopo rosse. Indubitatamente sono i globuli del sangue che subiscono al contatto dell’ossigene il cangiamento di colore.

Baudrimont e Martin Saint-Ange hanno mostato in questi ultimi tempi, che nel tempo dell’incubazione v’è, a traverso il guscio calcare dell’uovo degli uccelli, assor-


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