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tigny, Edwards, avevano colla compressione del petto o dell’addome, con tutte le cure proprie di questi diligenti osservatori, tolta l’aria dei polmoni, furono messe talora nell’idrogene, talora nel gas azoto. Cani, conigli e molti altri animali furono ora nel modo descritto, ora con respirazioni artificiali, assoggettati ad esperimento. Si trovò costantemente che il gas idrogene o l’azoto erano assorbiti, e che in loro vece si esalava acido carbonico, e azoto. Nell’azoto puro si esalava il solo acido carbonico. Introducendo, dopo aver vuotato il polmone con una siringa, un miscuglio assai più carico d’ossigeno dell’aria atmosferica, si trovò che l’acido carbonico esalato era in proporzione assai maggiore di quello in cui si esala nella respirazione dell’aria. Le rane emettono acido carbonico nell’idrogene e nell’azoto, anche quando sono state prima private dei polmoni.

Non possiamo dopo tutto ciò che si è detto esitare a concludere, che la funzione respiratoria è un fenomeno puramente fisico-chimico; che i gas disciolti nel sangue venoso si fanno liberi per l’assorbimento d’altri gas; che una porzione dell’acido carbonico, esistente in maggior copia nel sangue venoso che nell’arterioso, è esalata per l’assorbimento che fa questo stesso sangue del gas ossigeno dell’atmosfera; che non è nei polmoni, dove, almeno per la massima parte, si forma l’acido carbonico espirato; che questo esiste disciolto nel sangue venoso e che si rende libero nell’atto della respirazione, in presenza dell’ossigeno che s’introduce in sua vece, come si rende libero in presenza dell’azoto o dell’idrogene nelle respirazioni artificiali di questi gas; che per le sperienze di Magnus risulta essere disciolta nelle 5 libbre di sangue che traversano il polmone in un minuto, una quantità d’acido carbonico che supera quasi del doppio quella che si espira nello stesso tempo.