Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
78 |
Marianini un fenomeno simile a quello osservato nel polmone. Le bolle gonfiano, ed è curioso che nel gonfiare cadono in fondo al vaso che contiene il gas acido carbonico. L’eccesso dell’acido carbonico penetrato nella bolla e che cagiona l’aumento di volume, produce un aumento di peso che fa equilibrio alla diminuzione che essa soffre per il suo aumento di volume, ma intanto il velo d’acqua della bolla discioglie certamente acido carbonico e diviene così più pesante.
Ho provato a tenere una vescica ben chiusa, a pareti sottilissime, piena di gas ossigene in contatto dell’acido carbonico, avendo cura che la vescica non fosse bagnata. Il gonfiamento non avviene, ma bensì dopo un certo tempo si trova che il cambio fra i due gas ha avuto luogo, senza però che l’acido carbonico introdotto superi l’ossigene uscito. Ho provato in fine ad empire interamente il polmone d’acido carbonico e così introdurlo nell’ossigene: il polmone si sgonfia, i due gas si mescolano, ma l’ossigene che entra è meno dell’acido carbonico che esce. In tutti questi fatti, oltre all’azione reciproca dei due gas attraverso alle membrane, conviene tener conto della presenza dell’acqua, che bagna la membrana, e in cui l’acido carbonico è solubile. Il liquido acido così formato si trova da una parte in presenza d’un gas diverso da quello disciolto, rispetto al quale il gas libero agisce come uno spazio vuoto. Potrebbesi dunque intendere l’introduzione maggiore dell’acido carbonico, nel polmone o nella bolla, attribuendolo o ad una azione particolare dei due gas, ciò che costituirebbe l’endosmosi gasoso, e ad un effetto del gas prima disciolto, poi esalato. Per rischiarare questa questione fa d’uopo ricorrere a gas che non abbiano affinità per l’acqua. E d’un tal soggetto che mi occupo presentemente.
Alcuni fatti di Fisiologia sperimentale che mi rimangono a citarvi, porteranno tutta l’evidenza nelle nostre conclusioni. Alcune rane, alle quali Spallanzani, Nysten, Mar-