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Se si raccoglie il sangue venoso che esce al ferire una vena in un animale vivo, in un recipiente che contenga gas idrogene puro e indi si agita questo sangue nel gas suddetto, vi si trova tal porzione d’acido carbonico, che di certo non è il prodotto di nessuna combinazione chimica del gas idrogeno cogli elementi del sangue, nè può dirsi discacciato dal sangue per l’affinità dell’idrogene col corpo con cui potrebbe supporsi combinato l’acido carbonico. Il gas acido carbonico esiste dunque disciolto nel sangue stesso, ed è discacciato dall’idrogene per quell’azione che ha un gas sopra gas di natura diversa disciolti in un liquido. Se invece di sangue venoso si fosse operato sull’arterioso si sarebbe trovata una quantità minore d’acido carbonico emessa dal sangue. Anche l’azoto, adoperato invece dell’idrogene produce in contatto del sangue una emissione d’acido carbonico in quantità più che doppia dal venoso, di quella che proviene dall’arterioso. Nè il solo acido carbonico può con questo mezzo aversi dal sangue, giacchè insieme ad esso escono ancora l’ossigeno e l’azoto: ed è provato dalle esperienze esattissime di Magnus, che la quantità d’ossigeno che è emessa e che esiste per conseguenza nel sangue venoso, è minore della metà di quella dell’ossigene esistente nel sangue arterioso. I risultamenti di Magnus meritano tanta fiducia, e sono d’altra parte tanto importanti che io credo di dovervi qui dare i numeri trovati da questo chimico. Magnus ha estratto ed analizzato i gas disciolti nel sangue con un apparecchio particolare per mezzo del quale si faceva il vuoto sul sangue stesso, e se ne raccoglievano i gas che così escivano. Se io introducessi una certa quantità di sangue, appena estratto dall’animale, nel vuoto del barometro, vedreste abbassarsi grandemente la colonna di mercurio, e potreste anche in questa maniera raccogliere i gas del sangue. Ecco i numeri di Magnus ridotti ai vo-