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Questi cangiamenti dell’aria e del sangue sono essi un fenomeno che si opera nel solo corpo vivente? Accade fra l’ossigene dell’aria atmorferica, e il sangue venoso fuori del corpo vivente, anche da qualche tempo, un cangiamento simile a quello che avviene nella respirazione? L’esperienza la più facile risponderà presto a queste dimande, e non vi lascierà dubbio sulla natura assolutamente fisico-chimica di questa funzione.
Eccovi una massa di sangue coagulato da qualche ora, è che vedete rosso alla superficie e d’un colore nerastro nella nuova superficie che vi mostro col taglio. Non passeranno pochi minuti che prenderà il color rosso anche questa nuova superficie. Spingo un getto d’acido carbonico sulla superficie rossa di questo coagulo, e ben presto diverrà nerastro. Spingo questo stesso gas attraverso un liquido formato con sangue disciolto nell’acqua e dopo poco il color del liquido diviene nerastro. Questo liquido così nerastro lo verso in una boccia piena di gas ossigene, lo agito per pochi istanti, e ’l suo colore nerastro si cangia in vermiglio.
Sin dai tempi di Priestley si sapeva che, se questo sangue fatto nerastro coll’acido carbonico, si teneva in una vescica umida e quindi si metteva a contatto dell’ossigene, diveniva rosso egualmente e che perciò lo strato interposto della membrana umida non impediva il cangiamento di colore. È dunque provato dall’esperienza che il cangiamento del colore nero del sangue in vermiglio che accompagna costantemente l’introduzione dell’ossigene nelle vescichette aeree dell’animale vivente, in circostanze identiche a quelle or ora indicate, è un fenomeno interamente di natura fisico-chimica, consistente nell’azione dell’ossigene sopra un liquido preparato dall’organismo vivente.
Quale è dunque la natura di questo fenomeno, con quali leggi si opera? Ecco le particolarità di cui dobbiamo ancora occuparci.