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cido carbonico nello stesso tempo si esala da questi organi; v’è un eccesso d’azoto nell’aria espirata su quello dell’inspirata; il volume dell’acido carbonico espirato non è mai maggiore di quello dell’ossigene scomparso, e in certi animali non è che la metà; l’aria espirata esce satura di vapor acqueo.

Intanto che la funzione respiratoria opera nell’aria atmosferica i cangiamenti di cui v’ho parlato, cosa avviene nell’organismo? Non v’ha alcuno di voi che ignori che nella respirazione il sangue venoso spinto nel polmone, cangia il suo nero colore in un bel colore vermiglio, diviene arterioso, è rimandato al cuore e da quest’organo a tutte le parti del corpo. La più piccola interruzione di questo cangiamento del sangue cagiona l’asfissia, la morte.

Potrei descrivervi centinaja d’esperienze che vi proverebbero, che il cangiamento del sangue venoso in arterioso si fa nel polmone, nell’atto della respirazione. Bichat tagliò in un cane la trachea e un arteria, ed applicò prontamente ad ognuno di questi vasi un robinet: chiudendo il robinet della trachea poco dopo una inspirazione, il sangue arterioso cominciava ad escire nerastro, e non era passato un minuto che appariva completamente venoso. Rifacendo l’esperienza chiudendo il robinet della trachea subito dopo una espirazione, il sangue arterioso esciva nero dopo pochi secondi. Togliendo con una pompa convenientemente disposta l’aria dal polmone, il sangue esciva dall’arteria immediatamente nero, e se al contrario si spingeva un poco d’aria nel polmone il sangue più lungamente esciva col suo colore vermiglio. Avendo cura di aprire di tanto in tanto il robinet della trachea, si vedeva alternativamente un ondata di sangue vermiglio succedere a quella di sangue nero. Eccovi un coniglio alla cui trachea è stato unito un robinet; osservate il peritoneo messo allo scoperto e vedrete la tinta rossa dei suoi vasi cambiarsi in un bruno-oscuro, se il robinet sta chiuso per