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Convien però confessare, che assai poco furono finora estesi gli studj dell’endosmosi, onde poterne fare alla Fisiologia tutta l’applicazione di cui apparisce suscettibile. Conveniva variare i liquidi, fra cui l’endosmosi deve operarsi, scegliere membrane diverse, ravvicinandosi sempre più alle condizioni, nelle quali avvenir possono nei corpi viventi i fenomeni che hanno analogia coll’endosmosi.

È perciò che io credo di qualche interesse l’esporvi le poche esperienze che abbiamo potuto tentare dietro queste viste, e i di cui risultati son sufficienti a provare, che il fenomeno dell’endosmosi non è tanto semplice, quanto si era creduto, allorchè si pensò d’interpetrarlo col soccorso dell’analisi.

Comincierò dal descrivervi un primo fatto, il quale prova essere la direzione dell’endosmosi dipendente, in certi casi almeno, dalla struttura particolare della membrana. Adoprando in un endosmometro ordinario, invece della vescica urinaria di bue o di majale (la quale si è comunemente adoperata in queste sperienze) il gozzo fresco d’un pollo, si trova coll’alcool e l’acqua, che l’endosmosi è in direzione contraria a quella che presenta la vescica urinaria, servendosi di questi stessi liquidi. Se l’alcool è dentro lo strumento, e l’acqua fuori, si vede l’alcool discendere nel tubo, mentre in vece sale l’acqua disponendo i liquidi inversamente. Coll’acqua zuccherata e coll’acqua pura si vedono attraverso lo stesso gozzo di pollo appena sensibili i segni d’endosmosi, nella solita direzione dall’acqua pura all’acqua zuccherata. Disponendo due endosmometri col gozzo al solito di pollo, in uno dei quali la faccia mucosa del gozzo era volta verso l’interno dell’istromento, mentre nell’altra questa faccia si trovava all’esterno, ho veduto coll’alcool fuori e l’acqua dentro, l’endosmosi essere, nelle prime ore dello sperimento, più rapido colla prima che colla seconda disposizione della membrana. L’alcool adoperato era di circa 28°