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La Fisica attuale tende con tutti i suoi sforzi a ridurre le sue ipotesi alla più grande semplicità possibile, e, più esattamente tende verso una ipotesi sola, per spiegare tutti i fenomeni del calore, della luce, dell’elettricità. È questa l’ipotesi dell’etere. I caratteri più essenzali di questo etere, cioè l’immensa rapidità colla quale si propagano i suoi movimenti, la trasformazione dei suoi movimenti l’uno nell’altro, appartengono alla forza nervosa, come appartengono all’elettricità, alla luce, al calorico.

Ma abbiamo noi questa reciprocità tra la forza incognita del sistema nervoso e la corrente elettrica? In una parola la corrente etettrica si trasforma essa nella forza nervosa, come il calorico si trasforma in luce, la luce in calorico, ec.?

L’esperienza ne insegna che acciò una corrente elettrica ecciti, percorrendo un nervo, la contrazione o la sensazione, è necessario che dessa lo percorra secondo la sua lunghezza. Non basta. È necessario che il nervo non sia separato già da lungo tempo dalla sua comunicazione colle parti centrali del sistema: è necessario che il passaggio della corrente, o l’azione anche di certi agenti stimolanti non siano stati protratti molto a lungo.

Il calore, un azione meccanica o chimica, possono nel modo stesso della corrente elettrica svegliare l’eccitabilità dei nervi, e produrre sensazione e movimenti muscolari. Concluderemo da ciò che queste azioni meccaniche, chimiche, calorifiche, agiscono su i nervi trasformate in correnti elettriche? Niente v’ha che ce lo provi. E se si volesse ciò nonostante supporre una simile trasformazione, qualche probabilità potrebbe esservi rispetto al calorico e all’azione degli alcali, ma nessuna per rapporto alle azioni meccaniche. Non v’ha caso infatti in cui per il solo taglio d’un corpo si abbia la produzione d’una corrente elettrica; non v’ha modo di paragonare il nervo ad un corpo termo-elettrico.

Concludiamo dunque che la corrente elettrica che scorre