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elettrica, va ritirandosi verso la parte sua periferica mano mano che la sua vitalità va perdendosi.

Allorchè si opera nel modo or ora indicato sopra un animale vivo si vede, che i segni del dolore manifestati dal medesimo quando su i suoi nervi agisce una corrente elettrica, si ottengono se si agisce sopra parti del medesimo sempre più vicine al cervello, quanto più la sua vitalità s’indebolisce.

Era importante esaminare l’azione della corrente sugli animali avvelenati. A questo fine ho fatto un gran numero di sperimenti dei quali vi dirò i principali risultamenti.

I metodi d’adoperarsi per conoscere l’effetto che i diversi veleni producono sull’eccitabilità dei nervi al passaggio della corrente elettrica possono ridursi a quello che consiste nel tener conto del numero delle coppie voltaiche necessarie ad eccitare le contrazioni nelle rane avvelenate e nelle altre lasciate intatte, o meglio assai a quello che consiste nel paragonare il tempo necessario perchè il passagio d’una data corrente distrugga totalmente l’eccitabilità dei nervi in un’animale avvelenato ed in un altro ucciso nel modo ordinario.

Gli animali avvelenati nell’idrogene, nell’azoto, nell’acido carbonico, nel cloro, ed anche nell’idrogene solforato non presentano diversità sensibile nel loro grado d’eccitabilità alla corrente elettrica, da quello degli altri animali che non provarono l’azione di questi gas. Non così può dirsi di quelli animali uccisi coll’acido idro-cianico o con un certo numero di scariche elettriche d’una grande batterie fatte passare attraverso la midolla spinale. In questi casi la corrente d’una coppia sola ed anche d’un certo numero di coppie applicate su i nervi dell’animale, o non eccita alcuna contrazione, o bastano pochi secondi di passaggio della corrente per il nervo, perchè venga distrutta affatto le sua eccitabità. Intanto però la stessa corrente applicata ai soli muscoli vi sveglia contrazioni abbastanza