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trazioni nei muscoli inferiori, si mostrano appena sensibili; al contrario all’aprirsi del circuito sussistono le contrazioni dei muscoli inferiori e intanto quelle del dorso e i movimenti delle orecchie sono scomparsi e l’animale non stride più. Malgrado un grandissimo numero di esperienze che ho potuto fare, mi sarebbe impossibile poter precisare in qual ordine cominciano a scomparire questi fenomeni.

Conviene dunque ridurre a due periodi l’azione della corrente elettrica che eccita i nervi d’un animale vivente: nel primo periodo l’eccitazione del nervo è trasmessa in tutte le direzioni, tanto verso la sua parte centrale, come verso la sua parte periferica, e ciò tanto al momento della sua prima azione, come al suo cessare ed indipendentemente dalla direzione della corrente; nel secondo periodo l’eccitazione del nervo si propaga verso la sua estremità periferica al cominciare della corrente diretta, e all’interrompersi della corrente inversa: al contrario l’eccitazione del nervo è trasmessa verso il cervello, allorchè la corrente diretta è interrotta o quando la corrente inversa comincia.

Posso esprimere questi resultati in termini più semplici: la corrente agisce nel senso della sua direzione quando comincia a passare per il nervo e nel senso contrario della sua direzione quando cessa di passarvi.

Passiamo ora a studiare come la corrente elettrica può produrre le contrazioni nei muscoli del dorso e della testa agendo, come negli sperimenti che avete visto, sopra un nervo che non si ramifica in questi muscoli, e come ci sia possibile, in opposizione alle idee generalmente ammesse, di darci ragione della contrazione muscolare prodotta da una eccitazione che opera in senso retrogrado sul nervo.

Se tagliate in un coniglio la midolla spinale trasversalmente, e fate passare per il suo nervo crurale una corrente elettrica, osserverete che le contrazioni si riducono ai muscoli che si trovano al di sotto del punto ove venne tagliata la