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limitarmi ad esporvi questo soggetto, quale si trova nello stato attuale della scienza.

Scuopro in questo coniglio, che vedete stabilmente fissato colle sue quattro gambe sopra una tavola, il nervo sciatico di ambe le coscie e lo separo, per quanto è possibile, dalle parti circostanti, l’asciugo con carta senza colla e fo passare al di sotto del medesimo una striscia di taffettà gommato, in modo da isolarlo perfettamente dai sottoposti tessuti. Osservate cosa avviene allorquando fo passare lungo il nervo la corrente di una pila di 10 coppie applicandovi i due reoferi alla distanza di pochi centimetri l’uno dall’altro, in modo che la direzione della corrente sia diretta dalla parte centrale alla periferica del nervo. Al chiudere del circuito tutti i muscoli della coscia si contraggono, l’animale stride, incurva fortemente il dorso, agita le sue orecchie.

Questi stessi fenomeni si riproducono, se cambiando la respettiva posizione dei reofori, faccio in modo che la direzione della corrente vada inversamente alla prima, cioè dalla parte periferica alla parte centrale del nervo.

Ciò che vedete avvenire al chiudere del circuito si ripete all’aprire del medesimo, cioè togliendo la comunicazione del reofori col nervo, sia nel caso della prima direzione della corrente, ossia della corrente diretta, sia nel caso della opposta direzione, ovver della corrente inversa.

Mentre il circuito sta chiuso, qualunque sia la direzione della corrente, l’animale non mostra alcuno di questi fenomeni. Vedremo più innanzi in che consiste l’azione della corrente nel tempo del suo passaggio pei nervi.

Se la corrente è applicata al nervo in maniera da traversarlo, invece che percorrerlo, non si hanno nè contrazioni nè segni di dolore.

Ripetendo le sperienze riferite sopra diversi individui si trova in generale che ì segni del dolore manifestati dall’animale sono più forti al cominciare della corrente