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della loro composizione, giacchè tutte sono piene d’uno stesso liquido denso formato di circa 9/10 d’acqua e di 1/10 d’albumina e di poco sal marino. Che ognuna di queste vescichette sia l’organo elementare dell’apparato elettrico lo prova pure direttamente l’esperienza. Ho preso sopra una torpedine viva un pezzetto d’uno dei suoi prismi, grosso all’incirca come la testa d’un grosso spillo, v’ho steso sopra il nervo della rana galvanoscopica, ed ho visto spesso che ferendo il pezzetto del prisma con un vetro, o con un corpo aguzzo qualunque, avvenivano le contrazioni nella rana. Riflettete ora che ognuno dei prismi si compone di un grandissimo numero di vescichette o organi elementari, che Hunter ha contato 470 prismi in uno degli organi della torpedine, e intenderete che la scarica, dovendo essere proporzionale al numero delle vescichette, dovrà essere assai forte.
L’organo elettrico è dunque un vero apparecchio moltiplicatore.
Pensò il Volta che fosse una pila, messa in attività dall’animale, comprimendo il suo organo, stabilendo così i contatti. Ma nulla di tutto questo fu provato dalle sperienze che abbiam riferite. Si è detto in questi ultimi tempi che l’organo elettrico era analogo ad una spirale elettro-magnetica, che la scarica era un fenomeno d’extracorrente o d’induzione. Passo sopra ad un grandissimo numero di opposizioni che si posson fare a questo confronto, basate sulla troppa differenza di disposizione, di conducibilità, che v’ha fra una spirale elettro-magnetica e l’organo della torpedine. Ciò che più importa è che manca la prova, essenziale in questa ipotesi, che l’azione nervosa si trasmuti in elettricità. Voglio mostrarvi qui un fatto che, quantunque ancora molto oscuro, non manca d’essere importante e che può condurci nella via della dimostrazione che si cerca. Stendo il nervo d’una rana galvanoscopica molto vivace e recentemente preparata su i muscoli delle coscie d’una rana preparata all’uso di Galvani.