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Applicate la corrente elettrica su i nervi d’un animale vivo qualunque, e la singolarità dei fenomeni che vedrete svegliarsi vi dimostrerà ad evidenza, quanto è mai grande la distanza che separa gli effetti delle grandi forze della natura, secondo che organizzato e vivo, oppure inorganico e morto è il corpo su di cui operano.
Quale sarà mai la cagione di queste grandi differenze nel modo d’azione degli agenti fisici su i corpi viventi, e su tutti gli altri corpi della natura?
Eccovi una prima domanda della più alta importanza, cui non ci è dato adequatamente di rispondere, nello stato attuale delle nostre cognizioni. Non abbandoniamo però le analogie della Fisica. Un raggio di luce che penetra obbliquamente in un vetro, in una massa d’acqua, si piega, devia dalla linea retta; ma se s’incontra invece in un cristallo di carbonato di calce, si divide allora in due altri raggi i quali si piegano perciò disegualmente. La cagione della differenza fra questi due fenomeni sta tutta nella diversità di struttura fisica fra il vetro e il carbonato di calce cristallizzato, e forse anche nella diversa natura chimica delle molecole loro. Ma è di certo più alla diversità di struttura o di particolare disposizione delle molecole, che alla diversità di composizione chimica, che sono dovute tali modificazioni del raggio lucido. Sappiamo infatti che il vetro, secondo che è più o meno in diversi sensi compresso, senza cambiar punto la sua chimica composizione, agisce diversamente su i raggi luminosi.
E chi potrà confondere un corpo organizzato con un corpo inorganico? Gruppi di vescichette chiuse, più o meno grandi, diversamente riunite e disposte, sono di certo un che di essenzialmente diverso d’un ammasso di particelle poliedriche, riunite in un corpo cristallizzato. Dire con Schwann che l’organizzazione è la cristallizzazione operata in mezzo ad un liquido, di cui possono imbeversi i primi cristalli che si formino, equivarrebbe ad