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all’incirca diametralmente opposto al primo. Allora si hanno i segni della corrente e si trova questa sempre diretta nel galvanometro dallo scandaglio più prossimo alla linea mediana dell’animale a quello più lontano dalla medesima. Si ottengono pure i segni della corrente al galvanometro tenendo uno degli scandagli in contatto della superficie ventrale o dorsale d’uno degli organi e infiggendo l’altro scandaglio nell’interno dell’organo stesso; la corrente si mostra costantemente diretta dallo scandaglio che tocca la superficie dorsale o che vi è più prossimo, all’altro scandaglio.

Se ili luogo del filo del galvanometro, si adopera un filo egualmente metallico, una porzione del quale sia avvolta a spirale, e se colle estremità di questo filo si toccano le due faccie della torpedine, si avrà magnetizzato dalla scossa l’ago d’acciajo che si è precedentemente messo nella spirale. Qualunque sia la grossezza del filo della spirale, la lunghezza del circuito metallico, il diametro della spirale stessa, la lunghezza e la grossezza dell’ago d’acciajo, il suo grado di tempra, il senso del magnetismo prodotto dalla scarica della torpedine, è costante.

Disponendo sulle due faccie del pesce collocato sopra un piano isolante, due dischetti di platino l’uno sul dorso, l’altro sul ventre, mettendo su questi due dischi due altri dischi di carta inzuppata di una soluzione di idriodato di potassa e chiudendo infine il circuito, mettendo questi dischi in comunicazione con un filo di platino, non si tarda a vedere, dopo un certo numero di scariche fatte dare dal pesce, che intorno all’estremità del filo di platino toccante il disco di carta posato sul platino in contatto del ventre, si fa una macchia d’un colore giallo-rossastro. Un egual colore, benchè più debole comparisce sulla faccia della carta posata sul platino in contatto del dorso. Il liquido che inzuppa la carta è dunque scomposto dalla corrente elettrica della torpedine, e l’iodio apparisce al polo positivo.

Si può anche giungere a veder la scintilla nell’alto del-