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ste in fila si toccano, presentano rivolta costantemente la stessa superficie verso la stessa parte. L’ultima mezza coscia di questa serie la fò pescare, come la prima, in un altra cavità di questa tavola, colla sua superficie interna. Eccovi dunque una pila di mezze coscie di rana, una estremità della quale è formata dalla superficie esterna del muscolo, l’altra dalla sua superficie interna. Verso nelle due cavità della tavola dell’acqua leggermente salata o anche dell’acqua distillata, immergo in esse le due estremità del galvanometro, e ne vedo immediatamente deviar l’ago il quale era a 0° prima dell’immersione.

Eccovi dunque dimostrata al galvanometro la presenza di una corrente elettrica prodotta dalla pila formata coi muscoli della rana. Variate per quanto volete l’esperimento, fate uso invece di muscoli di rane, di muscoli d’altri animali, pesci, uccelli, mammiferi, purchè conserviate la stessa relativa posizione suindicata delle superficie interna ed esterna dei muscoli, avrete una deviazione più o meno grande nell’ago galvanometrico; questa deviazione vi indicherà costantemente colla sua direzione la presenza della corrente elettrica, che va nell’interno della pila dalla superficie interna alla superficie esterna del muscolo.

Devo farvi notare come l’intensità della corrente sia in ragione del numero delle coscie impiegate a formar la pila. Eccovi una pila formata con sei mezze coscie di rana, notate la deviazione dell’ago 5 è di 10.° a 12.°: eccovene un’altra di quattro elementi; l’ago devia di 6.° a 8.°; eccovene una terza di due elementi; l’ago devia anche meno, non segna che 3.° o 4.° appena. L’accrescimento d’intensità nella corrente muscolare in ragione del numero dei muscoli impiegati a formare la pila è costante qualunque sia l’animale da cui sono tolti quei muscoli.

Se invece di disporre gli elementi in linea retta per