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nell’acqua, splendono nuovamente al contatto dell’aria, mentre le altre che furono tenute nell’oppio e nella noce vomica cessano di splendere per sempre e vi muoiono. È così provata l’azione di certe sostanze sulla fosforescenza, le quali con ogni probabilità, non possono agire alterando la materia fosforescente.
Ho provato a spalmare con trementina il solo addome di molte lucciole: ho visto che la luce s’indeboliva, che meno frequenti erano le scintillazioni, ma che non cessavano mai affatto.
Ho studiato col microscopio la struttura dell’organo luminoso. Spogliando i segmenti luminosi dalle due membrane, dorsale e ventrale, si vede una materia globuliforme, granulare, gialliccia, in mezzo alla quale appariscono gruppi di globetti rossi, un gran numero di ramificazioni, e di più una specie di tubi che hanno l’apparenza della fibra muscolare, ma che osservati meglio, si veggono vuoti. Guardando di notte, si vede la luce essere emessa dalla materia granulosa gialliccia, e se questa si comprime fra due vetri, la luce è sempre all’orlo del pezzo che s’osserva.
La membrana ventrale osservata sola e dopo averla lavata più volte nell’acqua, per toglierle tutta la sostanza fosforescente, è trasparente e piena di un gran numero di peli. La membrana dorsale, non così trasparente come l’altra, ha pure gli stessi peli, ma ha inoltre nella sua faccia interna un gran numero di tubi o trachee che si veggono penetrare fra la materia fosforescente. Aggiungerò ancora, che non m’è mai accaduto di separare l’addome d’una lucciola senza trovare sotto all’anello penultimo luminoso una vescichetta di un bel color rosso, che vista al microscopico è formata di un gruppo di globetti rossi. Non ho trovalo in altri insetti simili questa vescichetta: non ho trovato libro di Anatomia Comparata in cui se ne parli. Mi limito nella mia