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fondo ho messo in uno dei compartimenti molte lucciole, e nell’altro altre lucciole simili sparse in mezzo ad erba fresca e tagliata in pezzi, e tolta dai luoghi dove questi insetti si trovano. Dopo 24 ore ho osservate le lucciole: delle prime era accaduto quello che già ho detto, e le altre erano vivacissime e splendenti. Aprendo di giorno questa scatola in una stanza oscura, vedevansi queste lucciole splendere. Per non andar inutilmente per le lunghe, mi basterà di dirvi, che ho conservate per nove giorni tali lucciole in mezzo all’erba, sempre vive e splendenti. Trovandosi la lucciola nelle condizioni di temperatura, d’umidità ec., in cui esiste naturalmente, e continuando a nutrirsi, la materia fosforescente si conserva, indipendentemente dall’azione solare.
Concludiamo ancora dalle esperienze su riportate che la sostanza fosforescente, preparata dall’animale conservasi per un certo tempo luminosa, quantunque priva della vita che ha comune coll’insetto, lo che stabilisce che questa vita non è condizione immediatamente necessaria della fosforescenza. Per la vita, la materia fosforescente è incessantemente conservata nelle sue proprietà con quello stesso processo di nutrizione, che opera egualmente sopra tutte le parti dell’insetto.
Non ho trascurato di studiare qual parte poteva aver la funzione del sistema nervoso nel fenomeno della fosforescenza. Vi descriverò queste ricerche colla sufficiente estensione. Allorchè si osserva una lucciola appena presa e tenuta col dorso sopra una tavola, si veggono gl’ultimi segmenti dell’addome del colore di una tinta rossastra. Nel giorno, o sulle lucciole anche da poco morte, questo colore non è così distinto e si fa gialliccio. Sinchè la lucciola è viva, si veggono di tanto in tanto, or più or meno sovente, divenir luminosi i suoi segmenti. Osservando bene e sopra molti individui, si riesce a scoprire che qualche volta non è in tutti i punti di questi segmenti,