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nella prima, il gas era 6cc,2: nella seconda 5cc,4: nella terza il volume del gas non era sensibilmente diminuito; vivevano ancora splendenti le lucciole intere, e i segmenti soli erano pure fosforescenti e le mezze lucciole si movevano. Nella prima campana dopo l’assorbimento della potassa, sono rimasti 3cc,8 d’ossigene, nella seconda 3cc,7 e nella terza 8cc,2. La potassa aveva assorbito per conseguenza, 2,8 d’acido carbonico prodotto dalle lucciole intere, 1,9 d’acido carbonico dovuto alle lucciole senza segmenti, e 0,8 dello stesso acido prodotti dalla sola sostanza fosforescente. E curioso che, stando a questi numeri, le due parti in cui la lucciola è stata divisa avrebbero agito separatamente quasi colla stessa intensità che nella lucciola intera e così viventi di una vita comune. Ho ripetuta altra volta l’esperienza: ho sempre trovato, che l’assorbimento della lucciola intera superava, e anche assai più di quello dei numeri citati, la somma degli assorbimenti nelle mezze lucciole e nei segmenti luminosi.

Riferirò ancora un’altra esperienza che conduce alle conseguenze stesse delle precedenti. Ho introdotte varie lucciole in una campana di vetro, che ho empita d’acqua e ho rovesciata sotto una vasca idro-pneumatica. Dopo 20’ le lucciole avevano cessato di splendere: introdotte alcune bolle d’aria le lucciole ripresero vita e splendore. Questo fatto l’ho più volte rivisto. Ho ripetuta la stessa esperienza con acqua che aveva fatta bollire per due ore: le lucciole non vi hanno durato a splendere che 10’a 12’. È curioso che con altri liquidi che non agiscono chimicamente sulla sostanza dell’insetto, la durata della fosforescenza è diversa. Nell’alcool e nell’etere la fosforoscenza dura un poco più che nell’acqua; nell’olio invece, le lucciole splendono assai meno che nell’acqua. Conviene operare nel modo indicato, e non contentarsi di metter le lucciole nel liquido contenuto in una capsula. Tanto nell’una che nell’altra di queste ultime esperienze, credo