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materia così separata dal corpo dell’insetto l’influenza delle diverse circostanze, calore, elettricità, mezzi gassosi diversi, come lo avevano fatto lutti quelli che si sono occupali di un tal curioso fenomeno avanti di me. Nello stesso tempo ho studiate le stesse cose sull’insetto intatto e vivo, ed è dal confronto che credo d’esser giunto a meglio fissar la natura del fenomeno.

Ho poste varie lucciole vivacissime e splendenti in un tubo di vetro, che era immerso nell'acqua. Un termometro a palla piccolissima era circondato dalle lucciole.

Vi farò notare che più volte ho cercato, ma senza risultato, di scoprire, se il termometro così circondato da lucciole, indicava una temperatura più elevata di un altro termometro libero. Scaldando leggermente l’acqua viddi crescere l’intensità della luce, sino a 30.° R. all’incirca, cessare l'intermittenza, la luce farsi continua: seguitando a riscaldare, la luce si fa rossastra. A + 40.° R. la luce cessa affatto e per sempre, e l’insetto è morto: schiacciandolo fra le dita la materia degli ultimi segmenti non dà più luce.

Oprando non più sulle lucciole intatte, ma sui soli ultimi segmenti luminosi, non ho scorto differenza. Questi risultati confermano le esperienze fatte dal signor Macaire operando sulle lucciole intere, e tenendole in mezzo all’acqua, che successivamente veniva riscaldando.

Esponendo le lucciole nello stesso modo al raffreddamento, ho trovato qualche differenza fra i miei risultati e quelli del citato Fisico. Messo il tubo in mezzo al ghiaccio, la luce non cessa, e dopo 15 o 20 minuti ho visto le lucciole splendere. La luce non è divenuta che più debole ed ha cessato di esser intermittente. Ritirate le lucciole dal tubo e poste sulla mano, ritornano come prima splendenti. Accade lo stesso operando sui soli ultimi segmenti luminosi.

Posto il tubo, in cui erano le lucciole col termometro,