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L’insetto di cui vi parlo è il Lampins Italica detto volgarmente lucciola, è un insetto coleoptero che vive nell’erba, ove si fa vedere poco dopo il cader del sole, in primavera e nell’estate. I due ultimi segmenti del corpo di questo insetto, i quali osservati di giorno si mostrano d’un colore gialliccio, appariscono leggermente luminosi nell’oscurità nella notte poi spandono molta luce in un modo intermittente, ciò che si osserva assai meglio collocando quest’insetto col ventre all’insù, sopra una tavola.
Si vede allora o toccandolo leggermente, oppure anche senza toccarlo, che la luce cessa qualche volta ad un tratto, e poi ricomparisce.
Questo fatto condusse il sig. Macaire ad ammettere che la volontà dell’animale interveniva nell’emissione della sua luce fosforescente, ma non è certamente per mezzo d’una membrana opaca, che può tendere sopra i suoi anelli luminosi che l’insetto cessa d’esser fosforescente, come hanno creduto alcuni, poichè questa membrana non esiste.
Vedremo nel corso di questa Lezione che tutto ci conduce ad ammettere che la fosforescenza non è continua, perciò appunto che non è continua la cagione che la produce, e che possiamo darci ragione del come il fenomeno si produce con un certo periodo.
L’osservazione, che mi ha sempre sorpreso nello studio di questa fosforescenza, è quella della luce che seguita ad emettere la materia gialliccia contenuta negli ultimi anelli dell’insetto, allorchè è separata dal medesimo. Basta di uccidere una di queste lucciole, di schiacciarla fra le dita, per vedere lunghe strisce di luce che partono dalla materia giallastra che sta in questi anelli. Questa fosforescenza seguita più o meno lungamente, secondo varie circostanze che studieremo più innanzi. Certo è per questo fatto, che l’integrità dell’animale, la sua vita, non sono essenzialmente necessarie alla produzione della fosforescenza. Sono partito da ciò per istudiare sopra questa