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mare, catene di montagne solenni e grandiose; pure tra queste tante visioni di sublimi bellezze, la grandiosa scena che si ha dal Senario, mi è rimasta nell’animo e nella retina, come incancellabile e grato ricordo.

Potrò io, con la povera e disadorna mia parola, giungere a descriverla! Da Monte Senario, verso levante, piegano le loro masse imponenti Monterotondo, Monte Giovi e, lontano, la grandiosa Falterona, e le belle giogaie, in alcuni luoghi, sembrano stringersi dappresso amorosamente; indi la cerchia s’incurva a tramontana come un arco maestoso del ferace Appennino, dove nel verno guarda pensosa la mucca le alte cime coperte del bianco manto della regina dei monti, e nella stagione lieta brucano, su pei clivi erbosi, le pecorelle sbrancate. Poi inalza al cielo le sue cime Castel Guerrino, e i rudi gioghi così pittoreschi e belli Scherzatoia, ove si attardano ancora poche capre, delle tante di cui era ricco un tempo il solitario giogo, che danno eccellenti formaggi.